Finita “la conta”, inizia il momento dei tatticismi e delle strategie.
Qualcosa si era già capito domenica sera, con le improvvise elezioni anticipate indette da Emmanuel Macron. Ma questa, come altre decisioni, rientra nella “sovranità” intrinseca di ogni Stato. Indubbiamente, l’Europa è un “impianto” non semplice, basandosi, da una parte, su un proprio Parlamento ed un proprio Governo (la Commissione Europea), ma, dall’altra parte, dovendo interfacciarsi e, soprattutto, subendo le “pressioni” dei singoli Governi locali. Da qui l’importanza di avere interlocutori più “vicini” all’idea di Europa (e, indubbiamente, Macron è, in tal senso, uno dei più forti sostenitori, se non altro per confermare il ruolo autorevole della Francia nel “disegno” europeo), cosa che il voto di domenica ha messo un po’ più in discussione.
Si preannunciano, quindi, settimane intense, che inizieranno la settima prossima, a partire dalla costituzione dei Gruppi Politici e la tenuta di un Consiglio Europeo “informale”, a cui, verso fine giugno, ne seguirà un altro, in cui dovrebbe “uscire” il nome del candidato/a alla Presidenza della Commissione, per arrivare, verso metà luglio, alla prima riunione plenaria del Parlamento neoeletto e, con settembre, alla nomina dei vari Commissari.
Nel frattempo la “vita continua”.
In una lunga intervista su Il Sole 24 ore, la Presidente BCE Christine Lagarde ci “racconta” la “sua” versione sullo stato dell’economia europea (senza alcun commento o riferimento alla politica (anche perché, probabilmente, l’intervista è stata fatta prima del turno elettorale, subito dopo la decisione di “tagliare” i tassi dello 0,25%).
Ovviamente le sue dichiarazioni non fanno che riconfermare quanto già sappiamo.
L’economia dell’area € è destinata a rafforzarsi, grazie all’attività congiunta di Governi e della Commissione europea, in un contesto globale comunque moderatamente positivo, con la recessione tenuta a “distanza di sicurezza”.
Sempre relativamente all’area euro, l’inflazione continuerà ad avvicinarsi al “target” del 2%, che dovrebbe essere raggiunto entro fine anno prossimo-inizio 2026, anche se il percorso non sarà così lineare. Motivo per cui anche la discesa dei tassi non seguirà un “percorso programmato”, come quello a cui abbiamo assistito nella fase di rialzo, ma dipenderà di volta in volta dai dati che verranno resi noti. Potrebbe, anzi (la cosa viene data oggi altamente probabile) che la discesa possa avere delle pause: un po’ come, al contrario, succede ai sub in fase di risalita dopo immersioni a grandi profondità, per i quali si rendono necessarie delle pause di “decompressione” per evitare embolie che potrebbero costare care (nel nostro caso “colpi di coda” dell’inflazione che avrebbero conseguenze gravi, in considerazione delle “basse difese” che troverebbero). Sarà molto importante, secondo la Presidente BCE, osservare le dinamiche salariali e i dati relativi agli andamenti produttivi, dai margini per singola unità di prodotto e l’incidenza del costo del lavoro.
Nulla di nuovo quindi rispetto al “normale” decorso: la “cura” (il rialzo dei tassi) ha fatto il suo effetto e, passato il momento della “stabilizzazione”, che ha fornito rassicurazioni sulla “tenuta” (una fase durata quasi 9 mesi, visto che da settembre dello scorso anno i tassi erano fermi), è arrivato il momento di invertire la rotta.
Rimane la “dualità” con la FED, con la necessità di “sbirciare” con la coda dell’occhio cosa, reciprocamente, succede sull’altra sponda dell’oceano: decisioni sì assolutamente autonome, da parte di ogni Banca Centrale, ma “pensando” sempre (almeno così si spera) a ciò che potrebbe succedere se fossero prese senza valutare attentamente agli scenari che potrebbero aprirsi.
Dopo un avvio incerto, ieri sera la borsa americana ha chiuso nuovamente in territorio positivo, ritoccando, seppur di poco, i propri record: Dow Jones + 0,18%, Nasdaq + 0,39%, S&P 500 + 0,3%.
Questa mattina l’Asia si muove, ancora una volta, contrastata: il Nikkei fa segnare un lieve rialzo (+ 0,25%), mentre sia Shanghai che, a Hong Kong, l’Hang Seng, permangono in territorio negativo, rispettivamente a – 0,68% e – 0,89%.
Positivo, invece, il Kospi di Seul, a + 0,4%.
Poco mosso, per il momento, il Sensex di Mumbai, mentre è in calo l’indice di Sidney (- 1%).
Futures euopei positivi. Stabili, invece, oltreoceano.
In netta ripresa il petrolio, con il WTI che si è riportato prepotentemente vicino ai $ 78 (77,87).
Gas naturale USA oltre i $ 3,00 (3,027, + 3,99%).
Oro a $ 2.321, – 0,35% questa mattina.
Spread vicinissimo a 140 bp (139,2), per un BTP a 4,06%.
Bund a 2,66%.
Treasury 4,44%.
Si stabilizza l’€/$, a 1,0772.
Ancora in ribasso il bitcoin, a $ 67.655.
Ps: e quindi anche Apple “scende in campo” (eccome) sull’Intelligenza Artificiale. E lo fa, com’era facile pensare, senza “badare a spese”. “Potente, intuitiva, integrata, personale e privata”: così Tim Cook ha presentato il progetto, definito “Apple intelligence”, che coinvolgerà tutti i suoi dispositivi. E la presenza di Sam Altman, “l’enfant prodige” di Open AI ne è la conferma, con ChaptGPT che sarà alla base del processo innovativo per la casa di Cupertino. Insomma, “ne vedremo delle belle”.